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venerdì 13 marzo 2015

Se poi Brancoli nel BUIO


Ci sono volte in cui brancoli nel buio alla ricerca di un senso.  
In realtà tu (e forse solo tu) un senso lo hai, lo vedi anche bene, ma quello che cerchi, quando brancoli, è una conferma dal mondo, dal di fuori, da quelli che invece ti sembrano non brancolare affatto, solidi nelle loro scarpe. Aspetti un segno da loro, che ti dicano "Ehi, siamo qui, ti vediamo, è tutto ok!"

… se brancoli, ignorando dove vanno i tuoi passi, sperando che si stiano muovendo nella direzione giusta, poi cerchi segni ovunque e trovi anche quello che ti sembra un segno e poi non lo è.
Ti sei ingannato.  
Oppure ti capita di non saper capire, di confondere un segno con qualcosa che di significativo, per te, sembra non avere nulla, perché non tu hai gli occhi per saper guardare quel dettaglio, da quel punto di vista o ancora perché non è il momento di guardare in quella direzione ed in quel punto!

Poi arriva un segno, che può sembrare banale agli occhi di molti, o forse proprio di tutti ed invece nel buio della tua casa, accende una luce fioca. E ti dice proprio: “Ehi, sono qui, ti vedo, è tutto ok!”

Ti capita poi per caso di leggere un articolo di Imma Vitelli e di rimanere affascinata dal suo modo di raccontare l'Africa, la vita di stenti eppure serena e intensa del suo popolo, che si scandisce ancora, come da sempre, con i ritmi di un sole potente, imponente, come quello che sorge laggiù. Vive di Africa lei, che è forte, più di certe regole!
Nella sua presentazione si dice di lei: "Sogna molto la notte. E ha imparato a fidarsi dei suoi sogni!"
 

E’ una frase. E’ lì che non chiama nessuno ed invece sa chiamare me.

Forse lei è un po’ come me! (ehm con le dovute distanze, geografiche etc …)
Dunque persone come me ci sono, che sognano, che si fidano dei loro sogni.
Anche se si aggirano lontane, per l’Africa, io non brancolo da sola! Allora è vero, allora si può! Si può camminare su binari dai percorsi ignoti, solo perché abbiamo l'intuizione che ci portino di là dal monte, si può attraversare a nuoto lo stretto di Gibilterra perché poi si troverà ristoro e visi amici.
E la fatica e il senso di smarrimento per la via e la stanchezza sono parte del viaggio, saranno scoperta e meraviglia, paura e sconcerto. Saranno il viaggio ed il solo sano gusto di affrontarlo senza timore! Brancolare è IL viaggio e consegna a questo un sapore unico!

Vista Imma, poi ho saputo vedere molti. Cominci a guardarti intorno e vedi nuove fioche luci accendersi e illuminarsi per la tua sola vista, per te che ha gli occhi per guardarle.
E capisci che non sei più sola e che sei circondata da brancolatori e brancolatrici solitari, perché la verità è che ignoriamo il percorso che i binari faranno e se stanno nella direzione che desideriamo, ma siamo carichi della nostra voglia di scoprire ancora gusti di gelato nuovi e se di là dal monte ci sono villaggi!

martedì 24 febbraio 2015

Il Blocco Onirico


... E proprio in questi giorni che il blog comincia a vivere la sua vita, oh lui infante, io registro una certa stitichezza da sogno, forse soccombo sotto la mia stessa ansia da prestazione:  
in questi giorni il mio cervello è chiamato a produrre, a sognare, a fotografare e a registrare sogni, immagini e fotogrammi e soprattutto storie.
Ed invece da qualche giorno, cioè proprio dopo la nascita di "Hai sognato.blogspot.com", non ricevo informazioni da lui, da un cervello che sembra starsene beatamente a riposo.
Piatto, silenzioso, quasi pacato ora e nervoso e persino nebuloso qualche giorno fa, quando trasmetteva programmi di nebbia e cirrocumuli.


In questi ultimi giorni le trasmissioni sono di un sobrio impatto emotivo, vanno su un solo e pur dimesso canale - come l’unico canale RAI in bianco e nero datato anni cinquanta - ed infine ricevo il segnale di un solo titolo che scorre in basso allo schermo: “DON'T DISTURB!
Sembra di leggere uno di quei cartoncini che si mettono sulle maniglie delle camere d'albergo.

 

Il mio cervello mi sta dicendo di non disturbarlo

ORA CHE FACCIO?

Proprio ora che investo pubblicamente sulla mia voglia di raccontare il mio cervello si mette in sciopero?

E come si permette? Dovrei andare a chiamarlo e farlo uscire fuori da quel posto comodo dove si è nascosto?

Dunque non posso fare altro che aspettare che sia lui a contattarmi allorquando sua signoria sarà pronta per essere disturbata! Cioè quando capirà che deve cominciare a sfornare sogni su sogni, pacchi di sogni perché questo gli si richiede.

E' fuor di dubbio che sotto tensione il mio cervello si paralizza ed io dovrei essere pronta a gestire i suoi silenzi – spero in emergenza – ma nel frattempo pensavo di sopperire con i sogni del mio co-dreamer (il collaboratore di sogni, assunto con contratto co.co.pro.): è con lui che condivido la colazione ed è lui che mi fa il caffè la mattina, a lui io chiedo se ha sognato e da lui tutti le mattine ricevo la domanda sui sogni del dì!

Che sfiga, in questi giorni mi si è paralizzato anche il co-dreamer, due paralizzati in un appartamento solo, No Sogni No Way!

Probabilmente anche nel suo cervello ci sarà una maniglia e su quella maniglia probabilmente sarà appeso lo stesso cartellino e su quel cartellino probabilmente ci sarà scritto "DON'T DISTURB!".

Il mio coinquilino di sogni, è più sereno e serafico e sa che sogni arriveranno e anche copiosi, per questo il suo sottotitolo è "DON'T WORRY ... in the meanwhile"

 

Credo che la mia stitichezza onirica sia ciclica, proprio come le stagioni e i cicli con cui si ripetono le storie del mondo, quindi ora non mi resta che attendere l’arrivo di un momento di maggiore produzione di immagini, di storie.

Aspetterò docile una più intensa comunicazione fra il mio io inconscio, la mia capacità simbolica di cucire racconti e la parte di me conscia e razionale. So che l’una ama profondamente l’altra, l’una profondamente è parte dell’altra, si cercano e si desiderano per analizzarsi, per continuare ancora a far parte l’una della storia dell’altra.

A volte hanno entrambe paura, come si fa per le cose che non si conoscono o di cui spesso non si ammette l’esistenza.