lunedì 8 giugno 2015

Un blister di sogni in pillola

... e se lo chiami con la voce giusta, poi un sogno torna! Torna sempre! Anche se lo hai dimenticato per anni. Basta volerlo, accetta di stare anche solo per poche notti per poi andare via di nuovo!
Certo... devi essere appassionato nel chiamarlo e dichiarare onestamente il tuo bisogno di sogno.
Devi essere sicuro di voler ascoltare e soprattutto vedere con i suoi occhi e i suoi filtri quanto ha da dirti ed infine devi essere pronto a considerare la direzione che ti sta indicando.

Questa mattina, dopo una fugace chiamata ed una lunga sospensione, è successo. Il sogno è venuto a me! In verità era solo una pillola di sogno. Essendo mancato per tanto tempo, non poteva mica mostrare tutto il suo entusiasmo in una volta sola e per questo si è presentato in questo formato, in pillola, so però che c'è un blister di sogni in pillole pronto a venirmi incontro!
Dunque, oggi ho sognato di essere in aereo e di partire per il Venezuela, terra di sole, infinito sole. Pur avendo l'obiettivo di volare verso un posto d'incanto, ho sognato di essere spaventata profondamente dal viaggio e da tutte quelle ore passate sorvolando il mare!
Guardando giù da uno spiraglio, da dove arrivano le immagini del mondo fuori, scopro che sotto di me c'è una distesa azzurra senza fine, il mare aperto, ovunque io guardi è azzurro limpido, fermo e immobile, vederlo mi provoca paura, incontrollabile.
So di non poter controllare nulla li su verso giù.
La mia paura è nella realtà, da sempre, e nei sogni, quella di cadere in acqua e morire soffocata dentro l'aereo da cui non ho via d'uscita e salvezza.
Simpaticamente decido di tornare indietro, di non andare in Venezuela, perché non si sa mai ... metti che cade un aereo ...

mercoledì 3 giugno 2015

Ipersonnia


E adesso sono generosamente "Iper" ... come i supersupersupermercati!

Per alcuni mesi ho ipersognato, ad occhi aperti o chiusi, in pace o in guerra.

Per anni ho ipermangiato per gioia, per noia, per rabbia o allegria.

Adesso iperdormo e nulla mi ferma: ho una iperinarrestabile voglia di assopirmi a letto, sul divano, in macchina e di godere di questo meraviglioso ristoro per la mente e per il corpo.
 

Ho iperpensato a cose negative quali depressione, voglia di assentarmi dal mondo, bisogno di isolarmi e non so cos'altro e invece no! è tutta una storia di oligominerali, in realtà ho un bel pò di magnesio in circolo, una di quelle cose che prima dalle mie parti non si vedeva affatto e della cui dolcezza non avevo mai sperimentato il sapore.

Ma che iperbellissima cosa è questa? Io iperdormo per ipermagnesio ed in sua assenza mi iperagito!

In grande onestà, ci sono numerose cose che mi mancano, perché succedono quando io sono "assente"/dormiente e mi vengono a mancare i commenti delle persone che invece vivono e mi manca la mia stessa presenza che costruisce ogni ricordo, ma quando ci sono, beh, ci sono ECCOMI! So prendere a piene mani quello che vivo, perché colgo, da appagata, lucida, ottimista e viva persona, tutti i momenti nei quali mi immergo.

Insomma iperdormire a primavera da un sacco di energia ... e pochi sogni ...

lunedì 1 giugno 2015

Un sogno a colori ... Oggi è tutto Tiffany e mele!

Alleluja, alleluja!!! Mi è tornata la voglia, mi è tornata la voglia! mi è tornato il gusto di stare a casa e di goderne senza scappare via, mi è tornata la voglia di uscire all’aria aperta per respirare, mi è tornato il bisogno di stare qua, a scrivere per me! Per il solo gusto di farlo!

Festeggio festeggio! Ho capito il senso, ho colto il bisogno e gli vado incontro a braccia aperte e con il cervello acceso!

Sogni ne ho ancora da raccontare, sono a colori, sono a forma di mela (a volte cupi lo sono), e più ne ho e più ne faccio e più ancora avrò voglia di raccontarli e ancora poi me ne verranno.
 

 

E non sono solo con gli occhi chiusi, sono sogni che stanno dappertutto, nella mia mente, nei miei occhi, fra le mani e negli occhi delle persone che amo e che mi accompagnano qui “in questo posto” a scrivere ogni giorno.

venerdì 24 aprile 2015

Un ottimo risultato


Ci droghiamo, di zuccheri e carboidrati, noi ci droghiamo!

E ci droga il raggiungimento di un risultato, se lo raggiungiamo siamo ok, nemmeno troppo fighi o esaltati, siamo in quello stato in cui andiamo abbastanza bene a noi stessi. 
In caso contrario siamo prostrati, come se non meritassimo altro che quello stesso stato, come se noi fossimo il nostro risultato! E’ come se nulla contasse più: se non otteniamo il risultato che noi stessi ci siamo imposti, sulla base del quale nessun altro ci valuta, allora non siamo "bravi", non meritiamo nemmeno il nostro stesso rispetto!

Osservo da dove si alimenta la nostra autostima e il senso della nostra identità e penso che se staccassimo quel tubo, dovremmo cercare un altro tipo di alimentazione.
Non so come, ma il cervello alla fine sembra capace di cercare altra alimentazione altrove.  
Trova una alimentazione più profonda e critica, trova quello che sa portare nutrimento e cambiamento profondo.
 
 

Un cambiamento lento, intenso, che ha il ritmo del nostro respiro.

Da quel cambiamento dipende il senso di noi.

I risultati si possono giocare su altri campi, quelli sui quali abbiamo da sempre imparato a giocare.

Allora SI, possiamo scegliere. Possiamo andare a giocare ovunque e persino decidere di restare fermi ed essere appagati, ugualmente, felicemente!

lunedì 20 aprile 2015

Una buona idea


Vi è mai venuta voglia di non fare assolutamente NIENTE? Niente di niente. Non parlare, Non camminare, Non uscire, Non entrare, Non pensare ... Non lavorare (ma vabbè qui vinco facile).

Il cervello è completamente vuoto, non ci sono pensieri o piccoli neuroni che si aggirano nei dintorni.

Siete pigri e fiacchi, a dispetto del sole e della luce che vi vorrebbe allegri e soprattutto a correre per i prati, alla Heidi, perché a lei sorridono i monti.

Io attraverso questa fase, non ho proprio nulla da fare e quel che è peggio non c'è nulla che io voglia fare.

Non riesco a godere di questo ozio forzato, perché poi in fondo la mia coscienza è un po’ più attiva di me e mi parla di Azione Azione Azione! Ed io gli rispondo con inattività, apatia, riposo, un ricco mal di testa che isola i miei pensieri.


Gli U2 cantavano di quando si è Stuck in a moment and you can't get out of it?

Devo trovare un'idea che mi faccia uscire da questo "Stuck"!

Devo trovare una buona idea per ricominciare, tanto a breve il mondo lo chiederà.

Qual'è la vostra buona idea per ripartire?

venerdì 10 aprile 2015

Lucy For a Children


Rientro dalle vacanze pasquali che quest'anno sono state un po’ più lunghe del solito, la sveglia è stata più cattiva del solito ed anche il cielo oggi era più buio del solito.

Mi serve conforto, solidarietà, partecipazione.  Tanto! Tantissimo!

Chiamo Lucy, le chiedo di essere il bastone della mia giornata: "Vuoi tu, Lucy, accompagnarmi a prendere un cappuccino alla soia, che quello al latte mi rimane pesante?"

… dopo pochi secondi di trepidazione, Whatsapp ha vibrato "Si, Lo faccio!"

Allora cerchiamoci un posto al riparo ed in silenzio, raccontiamoci buone cose, così magari nel frattempo il sole sorgerà ed il caffè ci sveglierà.

Stamattina mi servono le fragole rosse, le rose sul tavolo e qualche giapponeseria silenziosa nel te! 

Lucy sembra trepidare sulla sua sedia, praticamente un trespolo alto, dove serve la funivia per sedersi! Si agita come se non vedesse l'ora di dirmi qualcosa, evidentemente anche lei voleva fare colazione con me, perché freme dalla voglia di raccontarmi una storia, ma allo stesso tempo sembra bloccata dopo aver verificato lo status delle mie batterie: LOW!

Vedendola così allegra non ho resistito, il cuore ha ricominciato a pulsare anche nel mio petto! C'è vita, Lucy, puoi parlare!

Lucy vuole dirmi del suo sogno, perché lei sa che io amo raccoglierli, osservarli e raccontarli per poi abbandonarli quando hanno completato il loro percorso ed il loro lavoro con noi.

Lucy mi racconta di aver sognato di accudire un bambino amorevolmente. Nel sogno ci sono anche io che guardo questo bimbo con affetto. Siamo in un ambiente piuttosto asettico, buio e metallico. Il sogno finisce qui, ma sembra essere una immagine molto intensa e piena di emozione per Lucy.

Perché io ed ora anche Lucy sogniamo i bambini?
E' voglia di occuparsi di qualcuno oppure è una grande voglia di crescere e di superare il liquido amniotico che ci coccola e ci addormenta, per muoverci nel mondo, provando a muovere braccia e gambe nuove?
Il mio analista, cioè la persona con cui analizzo i sogni e che ho promosso sul campo, pensa che quei bambini siamo proprio io e Lucy, noi che vediamo noi stesse rinascere e sorridere, abbiamo i dentini e i riccioli e questo significa che siamo piuttosto grandicelle, siamo cioè in una condizione nella quale possiamo essere autonome, esprimere volontà e gusti.

Ma quanto bella, bellissima è questa idea di vedersi rinascere?

Grazie, mio Dream Analyst

lunedì 6 aprile 2015

Riccioli neri

Ho solo una sensazione leggera, è un sogno sognato pochi giorni fa, ma ancora così vivo che non ho potuto lasciare che corresse via durante i giorni a venire.
Ne ho trattenuto il sapore ed ora che sta svanendo devo per forza fermarlo prima che finisca nel dimenticatoio.


Rimane poco nei miei ricordi, una piccola veloce scena, ma sicuramente rimane quello che tuttora considero importante: una bambina con gli occhi grandi e i riccioli neri, quando sorride si vedono i dentini, immagino abbia pochi mesi. E' figlia del mio CoDreamer, allora penso: "ehi allora è anche mia figlia!" ed in quel momento la piccola mi guarda e mi dice "Mamma!". Finisce il sogno e rimane la sensazione di bimbo!

venerdì 27 marzo 2015

Un ipad in ogni vita

Che la tecnologia e i mezzi di comunicazione siano il liquido amniotico nel quale siamo immersi è ormai una evidenza.

E’ una evidente realtà anche il processo di identificazione dei mezzi di comunicazione con le persone, perché attraverso questi stessi mezzi, comunichiamo e ci confrontiamo con il resto del nostro mondo.

Che tutto questo succeda in un sogno, nel mio sogno è almeno curioso!

Narrovi:

Ho sognato di essere in un hotel … di nuovo un hotel (mmm forse anche su questo devo ragionare, in effetti l’hotel è una ambientazione che ricorre frequentemente nei miei sogni).

Nell’hotel si sta tenendo una conferenza.
Qualcuno nella confusione mi consegna un cellulare e mi dice che appartiene alla mia amica, Pat, che dovrà sposarsi di lì a poche ore e per questo conviene che lo custodisca io per lei.
Penso di portarlo nella mia stanza, per tenerlo al sicuro.
Mentre dormo, il cellulare mi viene portato via.

Al mio risveglio, dopo aver scoperto di non avere più il cellulare sul comodino, chiedo, disperata, se gli ospiti della conferenza lo hanno trovato per caso dalle loro parti: ci sono solo donne, tutte impegnate ad ascoltare, scrivere o conversare tramite Ipad o Iphone. Mi guardano sorridenti, ma in realtà mi attraversano solo con lo sguardo, completamente distratte e assorte nei loro pensieri.





Realizzo che il cellulare si trova in uno di quei posti dove si può spedire denaro all'estero e vado a cercarlo lì.
So che è tardi, Pat si sta per sposare e se non mi sbrigo perderò la cerimonia.
Mi metto in fila e aspetto il mio turno, sono sempre più in ansia, penso che se solo chiamassi il mio CoDreamer, lui mi direbbe di stare tranquilla e avrebbe la soluzione per me. In effetti lo sento accanto a me, ma è solo una presenza "angelica", se mi giro quella sensazione di conforto svanisce e allora per continuare ad averlo accanto e sentirlo vicino, non mi giro a cercarlo con gli occhi.

Il tempo sta volando, la mia amica ormai è già sposata.
Finalmente il cellulare mi viene restituito ed io esco fuori da quel posto.

Mi trovo nel centro di un piccolo paese, in Puglia, è giorno, ma il cielo è nero e la notte è stellata. Io adesso piango perché so che ho perso la parte più importante del matrimonio e so che CoDreamer si arrabbierà perché io non c'ero!

Dunque il sogno finisce, io ho finalmente con me il cellulare. Questo oggetto è diventato nel sogno, in ordine di apparizione:

-          il simbolo dell’affetto e della cura che devo avere nei confronti di una amica

-          la fonte dell’isolamento delle donne con le quali provo a creare una interazione

-          il mezzo per comunicare con CoDreamer, per salvarmi

-          il prezzo pagato all’ansia e al disagio

-          il mezzo che concede serenità quando lo si possiede, anche se sembra capace di invertire il giorno e la notte

ovviamente il telefono è la metafora e l’escamotage per raccontare un meccanismo

L’hotel, le donne impegnate ma senza empatia, il cellulare simbolo del contatto con il mondo, del bene che provo per la mia amica, la fonte di supporto e affetto, CoDreamer che c’è anche quando non lo vedo, il giorno vissuto come una notte bellissima, il pianto liberatorio.

Che mondo enorme, il mondo che abbiamo dentro, quanto più ricco è di ogni file e tabella su cui ci chiudiamo ogni giorno!

martedì 24 marzo 2015

Signora Gina

Hai sognato?: Signora Gina: Ha le mani grandi. Lei è tutta grande ed è tutta tonda. Ha gli occhi neri e un sorriso che fa subito casa. Prende lo stesso treno da tre...

Signora Gina


Ha le mani grandi. Lei è tutta grande ed è tutta tonda. Ha gli occhi neri e un sorriso che fa subito casa. Prende lo stesso treno da trent'anni. Serve ad andare a far le pulizie a casa della signora Lavinia, nel centro di Roma. Ancora oggi siede in treno come trent'anni fa, in silenzio ad osservare il mondo che le scorre davanti.

Oggi non andrà dalla signora Lavinia e non luciderà la sua argenteria.

Andrà in centro, ma questa volta per entrare in un laboratorio ed essere per qualche ora la persona che tutti guarderanno. Tutti aspetteranno solo le sue parole.




Signore e signori, oggi quirche!

Un francese perfetto, una eleganza imparata dopo anni a servizio da Donna Lavinia, per poche ore al giorno, in quel laboratorio, questa simpatica signora diventa una donna sicura e allegra!
Le mani sapienti valutano il peso degli ingredienti dal volume e dalla forma, la bilancia non le serve.
Per lavorare bene ,serve buon umore e allora mette un po’ di musica, più che altro un compromesso: No Verdi, No Claudio Villa, ma una onesta radio di musica Italiana. SI ai Beatles con il nome letto così come si scrive e pure Ligabue e Cesare Cremonini "che potrebbe essere mio figlio".

La signora impasta con tutte quelle mani così piena di dita.

Impasta e balla, ancheggia a ritmo di musica, è spassosa, ride con i suoi allievi, Donne Lavinia e donne delle pulizie, dimesse e colorate, che arrivano in laboratorio con treni in silenzio, oppure su lussuose macchine.

Anche la signora tonda, Gina, rientra pienamente nel progetto "Maryhappy".

Il tema del suo progetto è: "Ho un sogno, desidero viverlo e mi muovo per spostare la mia storia in modo che venga a me, anche se non ho più vent'anni .. o forse soprattutto!" I sogni di cui sto parlando non sono vissuti di notte. Sono il bisogno di rispondere alla domanda "che gusto c'è?", che gusto c'è a svegliarsi la mattina per andare nel solito posto per il solito lavoro? Che gusto c'è a mangiare la minestra? E’ possibile provare un gusto nuovo? C'è un gusto gustoso per me? Esiste qualcosa di più gustoso per cui valga la pena di fare una prova?

La signora Gina risponde alla domanda con le quirche, la musica, i suoi allievi, provando a far convivere le cose che ama con le cose che deve fare.

venerdì 20 marzo 2015

Progetto MaryHappy


In questi giorni ho deciso di lavorare sul progetto Maryhappy

Voglio vivere completamente infilata nella Maryhappyness.

Questa mattina a colazione, appuntamento con Mary, e così sono alla mia seconda colazione, che adesso ha guadagnato il nome di MaryHappy da gennaio 2015!
Lei è la mia dirimpettaia di scrivania.
Si sa che quando si è dirimpettaie, si vivono con uno zoom le ansie, i sospiri ed i sorrisi di chi si ha di fronte. Io so quando Maryhappy sta bene, quando il lavoro scorre liscio e lei è serena.
Quando la fronte le diventa piena di rughe so che non sta succedendo nulla di buono.
Il suo lavoro certe volte sembra essere la sua via d'uscita, vissuto con estrema responsabilità, portato spesso a casa, Maryhappy sembrava non riposare mai, nervosa e preoccupata di compiere il suo dovere con tutta l'efficienza di cui è capace.

Quando è arrivato Fabrizio, che viveva a 500km, lei continuava a stare alla sua scrivania, ma a volte, coperta dai suoi mille riccioli rossi, la scoprivo ad arrossire in silenzio, delicata come una adolescente che conosce l'amore per la prima volta.
Ama cucinare, occuparsi della sua casa, non si ribella, non chiede spiegazioni, torna a casa dove si rifugia e cura il suo spazio caldo. Fabrizio si infila delicatamente nella sua vita e con leggerezza ne cambia il corso. Maryhappy diventa capace di far cadere le strettissime regole nelle quali si era infilata e impara a sentire il lavoro come una istituzione importante che però si attiva solo per 8 ore al dì!

Fabrizio le ha chiesto di sposarla, avrebbe lasciato la sua città a 500km di distanza per lei.

I giorni dei preparativi intrecciati al lavoro la rendevano quasi isterica: la festa, le bomboniere, il vestito insieme alle call, le riunioni, le mail in un crescendo di fermento e stress, ore in viaggio, Londra, Puglia, Abruzzo, in un continuo frullare!

Poi STOP! Maryhappy per due mesi per completare i preparativi del suo grosso grasso matrimonio al sud, fra i limoni e gli ulivi.

Di lei nessuno sa più nulla, cambia solo il suo profilo su whatsapp : si vedono solo prati verdi e fiori. Raggiante nel suo vestito bianco e con un cannolo in testa come acconciatura, viaggio di nozze, mare sole e il suo Fabrizio.


 

Tornata in ufficio nel bel mezzo di gennaio, abbronzata e con gli occhiali da sole, ride e continua a ridere, ha preso qualche chilo ma tutto in bellezza si esprime.

METAMORFOSI AVVENUTA
Anche se è buio, anche se fuori piove, lei ha sempre i suoi occhiali da sole, come se il suo viaggio di nozze non fosse mai finito.

Il lavoro è una priorità ma solo durante le sole ore di lavoro. Diventa ancora rossa, quando la chiama Fabrizio. Lui è a casa e la sera guardano insieme la tv e parlano dei loro progetti, davanti all'insalata (perché lei adesso è a dieta).

Il progetto Maryhappy è dunque questo: lasciare entrare il sogno, che diventi quotidiano il cappuccino ed un sorriso a colazione ed un'insalata con gli occhiali da sole quando torniamo a casa la sera!

Dimenticare il continuo frullio del cervello ed entrare in uno spazio più leggero a distanza di pochi passi, del proprio vicino di vita.

mercoledì 18 marzo 2015

Hai sognato?: Custodi in BLU

Hai sognato?: Custodi in BLU: Indosso vestiti, quelli miei più comodi, che userei in giorni di sole e ho l'età di oggi. Mi trovo a correre, con quella leggerez...

martedì 17 marzo 2015

Custodi in BLU


Indosso vestiti, quelli miei più comodi, che userei in giorni di sole e ho l'età di oggi.

Mi trovo a correre, con quella leggerezza nelle gambe che hanno i bambini, quando giocano, come se quella fosse l’ultima volta che giocheranno, totalizzanti nel loro gioco definitivo. Io sto giocando a nascondino con la mia storica insopportabile collega di lavoro e con mio cugino, quello che è partito per l'Australia, quello che non vedo da almeno dieci anni, quel tipo di personaggi che tutti hanno depositato in uno dei meandri della propria memoria e del proprio armadio (uno scheletro, appunto!).
Insieme noi tre facciamo quello che, apparentemente, sembra un gioco e che consiste nel correre all'interno di un edificio vecchio e fatiscente, con le luci gialle e i mattoni rossi a terra e ci spingiamo sempre più all'interno.
In questo luogo scopriamo che ci sono alcune persone sofferenti, maltrattate e torturate, che giacciono a terra, che si lamentano.
Ogni volta che ne vediamo una, che sentiamo le sue grida e che la vediamo contorcersi, cominciamo ad urlare anche noi e corriamo  cercando l'uscita, immediatamente consci del pericolo che stiamo correndo.

Fuori dall'edificio, recintato, si trova una villetta comunale con l’atmosfera confortante di alberi, un bar, gli anziani che giocano a carte, la gente che cammina con le buste della spesa, i bambini in bicicletta.



Questo entrare e uscire dall'edificio diventa un gioco sempre più frequente, non facciamo altro che compulsivamente entrare e uscire da questo posto, alla ricerca dell'orrore. Vogliamo vederlo fortemente per esserne spaventati e correre subito via. Ogni volta sentiamo urla o pericoli, corriamo via sempre più veloci. Ad essere onesti, non so se ho visto molte persone sofferenti o se ho vissuto molto di più la paura di vederle e poi spinta da quella, fuggivo via.
Durante la notte e il sogno aumentavano ad ogni uscita dall’edificio, ad ogni corsa, che diventava sempre più faticosa, con le gambe che si facevano sempre più pesanti.

Ancora una corsa nell'edificio e ad un certo punto, dal fondo del corridoio, ci corrono incontro, aggressivi, tanti tanti ragazzi in gruppo, forse i custodi, con i capelli lunghi, le barbe e le tute blu, come quelle che indossano i meccanici o gli operai.

Noi tre schizziamo fuori. Sento che le gambe non ce la fanno. Pesano. Ragioniamo sul fatto che non possiamo tornare nelle nostre case perché lì ci scoprirebbero e allora decidiamo di separarci per cercare ognuno il proprio nascondiglio.

Sono rimasta da sola, la villetta è silenziosa e per quanto io faccia, il mio nascondiglio non diventa mai abbastanza sicuro, in un bar, dietro una macchina, sopra un albero, so che quei custodi mi troveranno, e mi tortureranno. In preda all'ansia mi spavento e mi sveglio. Il respiro è affannoso, intorno a me continuo a vedere i custodi che mi cercano, hanno espressioni cattive e io non ho rifugio e ho freddo.

Finisce il sogno e, come quando si stacca immediatamente la spina, tutto si spegne, le immagini vanno via e a poco a poco comincio a pensare che sono al sicuro, a casa, nel mio letto, non corro pericoli e se allungo una mano c'è lui, Co-Dreamer che mi abbraccerà!

venerdì 13 marzo 2015

Se poi Brancoli nel BUIO


Ci sono volte in cui brancoli nel buio alla ricerca di un senso.  
In realtà tu (e forse solo tu) un senso lo hai, lo vedi anche bene, ma quello che cerchi, quando brancoli, è una conferma dal mondo, dal di fuori, da quelli che invece ti sembrano non brancolare affatto, solidi nelle loro scarpe. Aspetti un segno da loro, che ti dicano "Ehi, siamo qui, ti vediamo, è tutto ok!"

… se brancoli, ignorando dove vanno i tuoi passi, sperando che si stiano muovendo nella direzione giusta, poi cerchi segni ovunque e trovi anche quello che ti sembra un segno e poi non lo è.
Ti sei ingannato.  
Oppure ti capita di non saper capire, di confondere un segno con qualcosa che di significativo, per te, sembra non avere nulla, perché non tu hai gli occhi per saper guardare quel dettaglio, da quel punto di vista o ancora perché non è il momento di guardare in quella direzione ed in quel punto!

Poi arriva un segno, che può sembrare banale agli occhi di molti, o forse proprio di tutti ed invece nel buio della tua casa, accende una luce fioca. E ti dice proprio: “Ehi, sono qui, ti vedo, è tutto ok!”

Ti capita poi per caso di leggere un articolo di Imma Vitelli e di rimanere affascinata dal suo modo di raccontare l'Africa, la vita di stenti eppure serena e intensa del suo popolo, che si scandisce ancora, come da sempre, con i ritmi di un sole potente, imponente, come quello che sorge laggiù. Vive di Africa lei, che è forte, più di certe regole!
Nella sua presentazione si dice di lei: "Sogna molto la notte. E ha imparato a fidarsi dei suoi sogni!"
 

E’ una frase. E’ lì che non chiama nessuno ed invece sa chiamare me.

Forse lei è un po’ come me! (ehm con le dovute distanze, geografiche etc …)
Dunque persone come me ci sono, che sognano, che si fidano dei loro sogni.
Anche se si aggirano lontane, per l’Africa, io non brancolo da sola! Allora è vero, allora si può! Si può camminare su binari dai percorsi ignoti, solo perché abbiamo l'intuizione che ci portino di là dal monte, si può attraversare a nuoto lo stretto di Gibilterra perché poi si troverà ristoro e visi amici.
E la fatica e il senso di smarrimento per la via e la stanchezza sono parte del viaggio, saranno scoperta e meraviglia, paura e sconcerto. Saranno il viaggio ed il solo sano gusto di affrontarlo senza timore! Brancolare è IL viaggio e consegna a questo un sapore unico!

Vista Imma, poi ho saputo vedere molti. Cominci a guardarti intorno e vedi nuove fioche luci accendersi e illuminarsi per la tua sola vista, per te che ha gli occhi per guardarle.
E capisci che non sei più sola e che sei circondata da brancolatori e brancolatrici solitari, perché la verità è che ignoriamo il percorso che i binari faranno e se stanno nella direzione che desideriamo, ma siamo carichi della nostra voglia di scoprire ancora gusti di gelato nuovi e se di là dal monte ci sono villaggi!

lunedì 9 marzo 2015

Cambiando il file, certe cose ... cambiano!


Ci sono giorni in cui la vita parallela, quella che vivo nei sogni, mi prende, mi coinvolge e poi mi convince che è lei quella vera, quella intorno alla quale sto passeggiando ogni giorno.

Poi suona la sveglia, mi rigiro su un fianco e mi accorgo che la notte magica nella quale stavo vivendo si è trasformata in un'alba grigia e nebbiosa di un giorno tutto ancora da cominciare.
Ed in quell'attimo in cui la meraviglia e ogni candore si scontrano perdenti con la realtà, il mondo di là, di colpo svanisce, corre lontano in una maniera che sembra persino difficile da riacciuffare.
Ogni notte mi tuffo nella mia normalità parallela e so che lì si può sostare per un po’, vorrei starci molto di più, fino a quando il corpo e la testa me lo permettono ed invece sarà una piccola sveglia dal suono tedioso a scandire il mio senso del dovere e dell'opportuno.
E' lei che mi introduce alle regole del mondo che vivo di qua dalla meraviglia!  Al risveglio conservo per me ancora un senso di leggero stupore, che piano piano scompare per ricostruirsi in una solida realtà di cui posso condividere i tratti con i miei consueti interlocutori.


Mi accade ormai da qualche notte che mi infilo velocemente nel mondo parallelo, imparo anche più velocemente le sue regole e poi incontro persone che conosco, che non vedo o che so che non vedrò per molto tempo.
Ultimamente le sto incontrando in un albergo, tutte ammassate nella hall, con gli specchi e le luci d'oro, che vengono tenute piuttosto basse, per il rispetto dell’ora, proprio come negli hotel di lusso degli anni '90.





  


Ognuna delle persone che incontro e conosco ha un letto nella hall, i letti sono vicini ed anzi vicinissimi fra loro e vengono inframmezzati da sobrie tavole apparecchiate per la colazione del giorno dopo. Sono persone che accomuno per la loro attività, generalmente ragionieri che conteggiano le spese di una azienda. Sono numerosi ed ammassati gli uni agli altri. Alcuni di loro sono affaticati, spesso si asciugano il sudore e sospirano. Nel mio sogno, credo di conoscere il loro lavoro e, nella vita al di qua della meraviglia, so di aver lavorato con alcuni di loro. Non faccio parte del loro gruppo (non sono mai stata un ragioniere in vita mia), non sono ammassata in un letto in una hall di albergo, non sospiro e sento che non mi manca nulla di quella vita.

Sto ancora dormendo, ma in un momento di apparente lucidità, mi sembra di capire che questo è un sogno che faccio in maniera ricorsiva, ad una certa ora, ogni notte, cioè poco prima del risveglio.

E’ l’alba, io continuo a sentirmi razionale e lucidissima e mi dico in sogno: "Bene, anche questa notte ricorre lo stesso sogno, ma questa volta c’è qualcosa di diverso ... ho cambiato il file di esecuzione ... stavolta si chiama "Family"!

Al vaglio, quando sono ormai sveglia, numerose ipotesi … e forse una ed una sola!

sabato 7 marzo 2015

La Mia Martenitza

Da poco sono nata in questo posto ed anche io farò la mia martenitza da donare alla terra, al vento e ai fiori che arriveranno, che non appassiranno!

mercoledì 4 marzo 2015

Mio dio di nuovo il fiocco BLU!

ore 7.30


La sveglia è già suonata ed è già tardi, come sempre devo correre, la colazione oggi non importa ... certo, ho una fame ... vestire?, ah si, mi devo vestire, un jeans, andrà bene, è comodo il mio solito Levi's strappato sul ginocchio, frutto della caduta dal motorino.
Il maglione che mi ha regalato mamma dov'è? Quello che mi porta fortuna con il compito di italiano? Quello che avevamo preso in vacanza, dov'è, dov'è?

Uffa, mmmm, grrrrrr, nel cassetto di mia sorella, sempre la solita distratta!
Mi vesto di corsa.
Non ho ancora mangiato la mia zuppa di latte e savoiardi, (il cibo è un chiodo fisso anche in sogno)
Oddio è sempre più tardi, il latte è ancora bollente, non importa, lo berrò, sarò ustionata ma puntuale.

 
Mi viene in mente di colpo che mi devo ancora mettere il grembiule bianco e il fiocco blu e ho un sussulto, non posso non uscire senza la mia divisa, oddio è tardi, devo indossarla ancora!

Faccio una corsa affannata, mentre tutti gli oggetti cadono intorno a me o mi arrivano addosso. E' come se mi trovassi nel mezzo di una tromba d'aria, in cui le cose escono dai mobili, in un turbinio di elementi e mi  volano intorno.
Esco di casa e BUM!

ANSIMO E MI SVEGLIO
FINE SOGNO!
Suona la sveglia e io ritorno su questa terra, la mia.
Impiego alcuni secondi per capire che non mi servirà il fiocco blu, perché la scuola è finita più di venti anni fa (dio mio, è una tragedia ogni volta che ci penso! Sono già volate, in un secondo, migliaia di mattine di blu infiocchettate).
Poggio i miei piedi sul pavimento e guardandomi intorno, capisco che non avrò la mia zuppa di latte e savoiardi, ma solo un caffè bollente e amaro, metterò su i tacchi che nel frattempo ho imparato ad indossare, con meno fatica e stamperò un sorriso smagliante sulle labbra!
Buon giorno Mondo! 
Eccomi!

lunedì 2 marzo 2015

Una Lingua Di Terra Lunga Un Ponte



Viene in pace, viene quando non lo pretendi, quando ti fermi ad aspettarlo, quando sai che arriverà.

... E Lui Arriverà Quando Vuole Arrivare!

E’ arrivato. Un sogno, come un regalo, quello di un uomo a se stesso, un messaggio in bottiglia che si fa storia, per essere capito, per essere raccontato, meraviglia del cervello umano, che sa creare trame, che sa intrecciarle meglio di qualunque sceneggiatore.

Alla consueta domanda: "Oggi hai sognato?" Questa volta, la risposta è stata "SI" ... confortante, inconfondibile "SI!"

E poi è stato un fluire di parole e marmellata, immagini inzuppate nel caffè, descrizioni e atmosfere di miele.

Questo racconto è in terza persona, perché non un qualsivoglia Dreamer, ma IL Co-Dreamer, costantemente di vedetta, ha prodotto il primo sogno della nuova era!

Stava camminando su un ponte, che ha visto più come una lingua di terra che unisce due montagne.
Certo è complicato descrivere qualcosa che non esiste in natura e che l'uomo non riesce a creare se non in un sogno, però provate lo stesso a fare uno sforzo di immaginazione.
Provate a pensare a questo ponte - che è anche una lingua di terra - dove si può camminare agevolmente e che è altissimo, anzi altissimissimissimo! Talmente alto che non si distingue affatto cosa ci sia al di sotto. Provate ad immaginare lo smarrimento che avete se provate a guardare giù e poi provate a pensare che dovete andare avanti, che è necessario, che l’alternativa sarebbe stare fermi lì, stagnanti per sempre!

Sarebbe certo  una situazione che provoca paura, terrore di proseguire e di rimanere.

Per paura di cadere e finire nel chissà dove, il mio Co-Dreamer, sceglie di camminare carponi, perché sa bene che quella è una posizione più solida e sicura. Non gli importa se impiegherà  il doppio o il triplo del tempo per raggiungere l’altro lato della terraferma, perché in fondo è sempre bene procedere sicuri nel proprio andare.

Arriva imprevista, una macchina in direzione contraria ed il co-Dreamer, deve farsi proprio piccolo piccolo per consentire alla macchina di passare senza esserne schiacciato. Deve essere anche attento a non cadere giù dal ponte. Diventa davvero piccolo piccolo e con la mente si sforza di essere sempre più piccolo anche dentro, anche negli organi vitali, prova a respirare di meno, perché si sa che gli organi sottovuoto occupano meno spazio.

La macchina riesce a passare e lui ricomincia a respirare, ad allargare i suoi polmoni, tuttavia non si rialza in piedi, continua a pensare che sarà meglio proseguire ancora sicuri sulla propria strada, camminando a quattro zampe.

Il profondo nulla imperscrutabile sotto l'altissima lingua di terra, dopo alcuni passi di zampa, finalmente diventa un meraviglioso lago azzurro e questo sogno finisce in un liberatorio salto nel lago, che mette fine al camminare sicuro, lento che non consente di vedere tutto il bello che il posto offre.
Un salto nel lago profondo nonostante la paura del freddo e del fondo, sapendo finalmente dove lasciare andare il proprio corpo!

 

giovedì 26 febbraio 2015

Carosello Shape


In attesa che il mio cervello e tutto il mio corpo producano materiale onirico a profusione, regalandomi il tempo di sentire nuovamente il gusto di vivere le mille e una storia della notte e di tessere una trama razionale con personaggi e dettagli durante il giorno, pensavo che dovrei indagare la mia ansia da foglio bianco. La diagnosi è proprio questa: “Ansia Onirica Da Post Bianco”, al pari del blocco dello scrittore con il suo foglio bianco. E’ il blocco che si ha di fronte alla enorme distesa di neve bianca, così soffice ed untouched, nella quale ancora non sono state lasciate impronte e che per questo temo di rovinare.

In potenza so che esiste è un certo nucleo narrativo, contratto in un consistente groviglio di emozioni e aspettative che ha solo bisogno di  essere raccontato, ma che io, in realtà, ho paura di declinare in concetti più pratici, che per loro stessa natura scompongono l'intensità di un vissuto tutto solo sognato! Ok vi mando la versione breve: HO PAURA DI COMINCIARE!

Bene, l’ho detto, l’ho riconosciuto nell’etere, io ho Paura!

Paura, iuuuuu, ehila, ti ho riconosciuta, sai? Ti ho vista, so dove sei e per questo ora non puoi scappare, devo affrontarti, non posso mentirmi più!

Chiudo gli occhi e aspetto lo squillo del cervello che questa volta non tarda ad arrivare, comincia piano, attende che sia silenzio dentro di me e si esprime in sinuose immagini, che sembrano apparentemente sconnesse: c’è un caleidoscopio e ci sono colorate forme geometriche che si allargano e poi si stringono.

Il caleidoscopio modifica le forme che di colpo diventano persone ed anch’esse si allargano e poi si stringono, velocemente.  In sottofondo si sente il suono di un carillon, che a mio parere con il caleidoscopio si intona benissimo, tutto molto vintage, tutto un pò ‘50.
 
Le persone che vedo, sembrano disegnate, come quelle nei fumetti  ed anche loro, come i triangoli, si deformano sulle guance, sulle pance, i sederotti si allargano, le cosciotte diventano sempre più tonde e poi di nuovo questi stessi corpi si asciugano, si rimpiccioliscono, come in una magica pressoterapia.

Osservo  il fluire delle immagini e ne sono affascinata e divertita e così aspetto paziente in finestra che arrivino altre immagini, come in un carosello delle stravaganze.
 
 

Arrivano primi piani di visi che non conosco, ma che forse mi hanno colpito durante il giorno, per alcuni particolari, ad esempio, che so io, chiome molto folte oppure dita grandi come wurstel o braccia enormi come maritozzi (da farcire), il mio occhio osserva questi particolari che si ingrandiscono e poi si prosciugano senza che io possa fermare o prevedere nulla, virando verso versioni molto più magre delle stesse persone, che lentamente diventano altro: altri visi, altre gambe, altre persone.


Certo io non sono una tipa da centro estetico e nemmeno una disegnatrice talentuosa, per questo non so davvero il motivo per cui quando il cervello è a riposo, produce tantissimi sconosciuti esseri umani e li trasforma in persone simpaticamente grasse, per poi portarle all’estrema magrezza, ma pure sempre con un aspetto giocoso e divertito. Mi piace questa arte the changing shapes, cambiare le forme, anche solo virtualmente, anche solo nella mente!

martedì 24 febbraio 2015

Il Blocco Onirico


... E proprio in questi giorni che il blog comincia a vivere la sua vita, oh lui infante, io registro una certa stitichezza da sogno, forse soccombo sotto la mia stessa ansia da prestazione:  
in questi giorni il mio cervello è chiamato a produrre, a sognare, a fotografare e a registrare sogni, immagini e fotogrammi e soprattutto storie.
Ed invece da qualche giorno, cioè proprio dopo la nascita di "Hai sognato.blogspot.com", non ricevo informazioni da lui, da un cervello che sembra starsene beatamente a riposo.
Piatto, silenzioso, quasi pacato ora e nervoso e persino nebuloso qualche giorno fa, quando trasmetteva programmi di nebbia e cirrocumuli.


In questi ultimi giorni le trasmissioni sono di un sobrio impatto emotivo, vanno su un solo e pur dimesso canale - come l’unico canale RAI in bianco e nero datato anni cinquanta - ed infine ricevo il segnale di un solo titolo che scorre in basso allo schermo: “DON'T DISTURB!
Sembra di leggere uno di quei cartoncini che si mettono sulle maniglie delle camere d'albergo.

 

Il mio cervello mi sta dicendo di non disturbarlo

ORA CHE FACCIO?

Proprio ora che investo pubblicamente sulla mia voglia di raccontare il mio cervello si mette in sciopero?

E come si permette? Dovrei andare a chiamarlo e farlo uscire fuori da quel posto comodo dove si è nascosto?

Dunque non posso fare altro che aspettare che sia lui a contattarmi allorquando sua signoria sarà pronta per essere disturbata! Cioè quando capirà che deve cominciare a sfornare sogni su sogni, pacchi di sogni perché questo gli si richiede.

E' fuor di dubbio che sotto tensione il mio cervello si paralizza ed io dovrei essere pronta a gestire i suoi silenzi – spero in emergenza – ma nel frattempo pensavo di sopperire con i sogni del mio co-dreamer (il collaboratore di sogni, assunto con contratto co.co.pro.): è con lui che condivido la colazione ed è lui che mi fa il caffè la mattina, a lui io chiedo se ha sognato e da lui tutti le mattine ricevo la domanda sui sogni del dì!

Che sfiga, in questi giorni mi si è paralizzato anche il co-dreamer, due paralizzati in un appartamento solo, No Sogni No Way!

Probabilmente anche nel suo cervello ci sarà una maniglia e su quella maniglia probabilmente sarà appeso lo stesso cartellino e su quel cartellino probabilmente ci sarà scritto "DON'T DISTURB!".

Il mio coinquilino di sogni, è più sereno e serafico e sa che sogni arriveranno e anche copiosi, per questo il suo sottotitolo è "DON'T WORRY ... in the meanwhile"

 

Credo che la mia stitichezza onirica sia ciclica, proprio come le stagioni e i cicli con cui si ripetono le storie del mondo, quindi ora non mi resta che attendere l’arrivo di un momento di maggiore produzione di immagini, di storie.

Aspetterò docile una più intensa comunicazione fra il mio io inconscio, la mia capacità simbolica di cucire racconti e la parte di me conscia e razionale. So che l’una ama profondamente l’altra, l’una profondamente è parte dell’altra, si cercano e si desiderano per analizzarsi, per continuare ancora a far parte l’una della storia dell’altra.

A volte hanno entrambe paura, come si fa per le cose che non si conoscono o di cui spesso non si ammette l’esistenza.

domenica 22 febbraio 2015

Hai sognato?

Caffè e poi te oppure orzo, le ciambelline che ci prepara la mamma e un bel po di miele.
La nostra colazione tutte le mattine comincia più o meno così. E quando abbiamo tempo e c'è silenzio fuori, che ci sia il sole o la pioggia, i bambini per strada o i grandi che tornano dalla messa, noi facciamo la nostra colazione a letto con le tazzine e tovagliolini colorati.


E' la nostra colazione, il nostro risveglio, non manca mai il caffè e il miele e non manca la domanda sui sogni, i nostri, quelli che ci hanno accompagnato, cullato o spaventato durante la notte. La domanda del mattino, di ogni mattino è: "Hai sognato?".

Lo chiediamo l'uno all'altra tutte le mattine per lasciare ancora un pò il legame con la notte e cercarne uno con il giorno, con la nostra vita, quella tutta ancora da vivere e con i nostri bisogni, quelli tutti ancora da sognare.

Ci occupiamo seriamente di questa parte di noi, forse più del caffè, parliamo dei nostri sogni, li commentiamo, li riassumiamo a volte li Ri-Sogniamo anche!

E dal mantra di avvio, che a volte ci diciamo per un solo motivo, cioè per far partire ufficialmente la giornata, come quel saltino che si fa nel tango per darsi lo sprint a partire, lentamente scendiamo, verso la più seria lotta quotidiana per la sopravvivenza!


Ugualmente rimane il senso del sogno nelle nostre lotte, più è intenso il ricordo dell'emozione vissuta in sogno e più forte è la ricerca dei perchè e dei per"forse", della rava e della fava di ogni sogno, del suo significato, che ti frega sempre, non è mai evidente come può sembrare.