lunedì 3 aprile 2017

Un giardino oltre la finestra chiusa


Oggi Rachele è arrivata in ufficio con un buongiorno tuonante, un acquazzone anzi! Si sentiva anche il rumore dei tacchi sulla moquette, una marescialla in pectore. Mette la borsa sulla scrivania con il rumore del montacarichi dei furgoni durante la consegna delle lavatrici di notte. Poi si è girata verso il suo collega, Egidio, e gli dice: "Eggì, ho fatto un sogno stanotte, stranissimo ..." e comincia a parlare con un soffio di voce, in modo che sentisse solo Egidio, ma poi il sogno lo ha detto a tutto l'ufficio, con variazioni sul tema:



"Ho sognato che stamattina arrivavo in ufficio e trovavo la mia scrivania di fronte alla finestra, davanti a me vedevo il giardino interno del palazzo, il prato tagliato di fresco e gli alberi che cominciavano a fiorire.
Alle mie spalle c'era tutto il resto del mondo.
Io ero anche arrabbiata, perchè ero stata spostata dal mio solito posto e relegata in un posto da cui non avrei potuto parlare con nessuno e tutti, invece, sarebbero passati alle mie spalle e soprattutto nessuno mi ha avvisato. Allora ho deciso di andare su e sistemarmi accanto alla scrivania di Daria, perchè in fondo lei è il mio capo ...
Daria sembrava molto tranquilla nei miei confronti, ma la persona che mi aveva colpito era Agnes, una signora vicina alla pensione che mi ha regalato una caramella con la carta e il logo aziendale. Io la prendo e quando sto per avvicinarla alla bocca mi cade a terra, io penso "meglio, tanto non la volevo" e con un piccolo movimento del piede mando la caramella sotto la sedia.
RACHEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEL, svegliati subito dal sogno, questo è un chiaro segno, una luce nel tunnel ... la tua mente, ha già metabolizzato il cambiamento, lo hai masticato letterally yeah!!! Questa è la tua realtà, che a volte va meglio, se accetti di mangiare qualche caramellina che ti addolcisce, ma in fondo è fatta di situazioni che ti mettono in un angolo. Sai che c'è di buono? Tu lo sai, lo hai capito e sai vedere oltre, sai guardare un giardino fiorito in una realtà che invece ti offre solo la chiusura. La tua mente ti sta portando lontano per farti rimanere

lunedì 13 marzo 2017

Falafel e yogurt



E chi se lo immaginava che i falafel si sciogliessero nell’olio? Come neve al sole, come cioccolato a bagnomaria …
Cioè tu ci metti tanto impegno e assembli ceci, aglio e coriandolo in un atto di fiducia

e poi frulli e tagli e affetti e la casa sa di aglio e tu già predigerisci quell’impasto solo con gli odori …
e poi immagini la cena su una spiaggia del Mediterraneo, Marocco, Tunisia … e va bene che sei a Marzo e nemmeno la finestra puoi avere aperta intanto tu immagini e predigerisci …


e invece queste scriteriate frittelle svaniscono … come i mafiosi sciolti nell’acido.
Ma che modo è di gestire una relazione cece-cuoca? E io chi sono per questi ceci? Proprio nessuno?


Ah, ma lo dovevo sapere, la colpa è tutta mia: mi sono macchiata dell’infamia dell’acquisto del cece in barattolo … sono sicura che se avessi preso quelli secchi, se li avessi lasciati in acqua tutta la notte, certamente avrei creato un rapporto di maggiore fiducia con loro  … e quelli non si sarebbero sciolti, svanendo nel nulla … o quanto meno mi avrebbero avvisato prima, che ne so “Ehi, guarda che sparisco" 
Meno male che mi era rimasta la salsa allo yogurth …

E nemmeno una foto si sono fatti fare … manco fossero tutti parenti del Padrino

#falafel #yogurth #13marzo