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lunedì 9 marzo 2015

Cambiando il file, certe cose ... cambiano!


Ci sono giorni in cui la vita parallela, quella che vivo nei sogni, mi prende, mi coinvolge e poi mi convince che è lei quella vera, quella intorno alla quale sto passeggiando ogni giorno.

Poi suona la sveglia, mi rigiro su un fianco e mi accorgo che la notte magica nella quale stavo vivendo si è trasformata in un'alba grigia e nebbiosa di un giorno tutto ancora da cominciare.
Ed in quell'attimo in cui la meraviglia e ogni candore si scontrano perdenti con la realtà, il mondo di là, di colpo svanisce, corre lontano in una maniera che sembra persino difficile da riacciuffare.
Ogni notte mi tuffo nella mia normalità parallela e so che lì si può sostare per un po’, vorrei starci molto di più, fino a quando il corpo e la testa me lo permettono ed invece sarà una piccola sveglia dal suono tedioso a scandire il mio senso del dovere e dell'opportuno.
E' lei che mi introduce alle regole del mondo che vivo di qua dalla meraviglia!  Al risveglio conservo per me ancora un senso di leggero stupore, che piano piano scompare per ricostruirsi in una solida realtà di cui posso condividere i tratti con i miei consueti interlocutori.


Mi accade ormai da qualche notte che mi infilo velocemente nel mondo parallelo, imparo anche più velocemente le sue regole e poi incontro persone che conosco, che non vedo o che so che non vedrò per molto tempo.
Ultimamente le sto incontrando in un albergo, tutte ammassate nella hall, con gli specchi e le luci d'oro, che vengono tenute piuttosto basse, per il rispetto dell’ora, proprio come negli hotel di lusso degli anni '90.





  


Ognuna delle persone che incontro e conosco ha un letto nella hall, i letti sono vicini ed anzi vicinissimi fra loro e vengono inframmezzati da sobrie tavole apparecchiate per la colazione del giorno dopo. Sono persone che accomuno per la loro attività, generalmente ragionieri che conteggiano le spese di una azienda. Sono numerosi ed ammassati gli uni agli altri. Alcuni di loro sono affaticati, spesso si asciugano il sudore e sospirano. Nel mio sogno, credo di conoscere il loro lavoro e, nella vita al di qua della meraviglia, so di aver lavorato con alcuni di loro. Non faccio parte del loro gruppo (non sono mai stata un ragioniere in vita mia), non sono ammassata in un letto in una hall di albergo, non sospiro e sento che non mi manca nulla di quella vita.

Sto ancora dormendo, ma in un momento di apparente lucidità, mi sembra di capire che questo è un sogno che faccio in maniera ricorsiva, ad una certa ora, ogni notte, cioè poco prima del risveglio.

E’ l’alba, io continuo a sentirmi razionale e lucidissima e mi dico in sogno: "Bene, anche questa notte ricorre lo stesso sogno, ma questa volta c’è qualcosa di diverso ... ho cambiato il file di esecuzione ... stavolta si chiama "Family"!

Al vaglio, quando sono ormai sveglia, numerose ipotesi … e forse una ed una sola!

martedì 24 febbraio 2015

Il Blocco Onirico


... E proprio in questi giorni che il blog comincia a vivere la sua vita, oh lui infante, io registro una certa stitichezza da sogno, forse soccombo sotto la mia stessa ansia da prestazione:  
in questi giorni il mio cervello è chiamato a produrre, a sognare, a fotografare e a registrare sogni, immagini e fotogrammi e soprattutto storie.
Ed invece da qualche giorno, cioè proprio dopo la nascita di "Hai sognato.blogspot.com", non ricevo informazioni da lui, da un cervello che sembra starsene beatamente a riposo.
Piatto, silenzioso, quasi pacato ora e nervoso e persino nebuloso qualche giorno fa, quando trasmetteva programmi di nebbia e cirrocumuli.


In questi ultimi giorni le trasmissioni sono di un sobrio impatto emotivo, vanno su un solo e pur dimesso canale - come l’unico canale RAI in bianco e nero datato anni cinquanta - ed infine ricevo il segnale di un solo titolo che scorre in basso allo schermo: “DON'T DISTURB!
Sembra di leggere uno di quei cartoncini che si mettono sulle maniglie delle camere d'albergo.

 

Il mio cervello mi sta dicendo di non disturbarlo

ORA CHE FACCIO?

Proprio ora che investo pubblicamente sulla mia voglia di raccontare il mio cervello si mette in sciopero?

E come si permette? Dovrei andare a chiamarlo e farlo uscire fuori da quel posto comodo dove si è nascosto?

Dunque non posso fare altro che aspettare che sia lui a contattarmi allorquando sua signoria sarà pronta per essere disturbata! Cioè quando capirà che deve cominciare a sfornare sogni su sogni, pacchi di sogni perché questo gli si richiede.

E' fuor di dubbio che sotto tensione il mio cervello si paralizza ed io dovrei essere pronta a gestire i suoi silenzi – spero in emergenza – ma nel frattempo pensavo di sopperire con i sogni del mio co-dreamer (il collaboratore di sogni, assunto con contratto co.co.pro.): è con lui che condivido la colazione ed è lui che mi fa il caffè la mattina, a lui io chiedo se ha sognato e da lui tutti le mattine ricevo la domanda sui sogni del dì!

Che sfiga, in questi giorni mi si è paralizzato anche il co-dreamer, due paralizzati in un appartamento solo, No Sogni No Way!

Probabilmente anche nel suo cervello ci sarà una maniglia e su quella maniglia probabilmente sarà appeso lo stesso cartellino e su quel cartellino probabilmente ci sarà scritto "DON'T DISTURB!".

Il mio coinquilino di sogni, è più sereno e serafico e sa che sogni arriveranno e anche copiosi, per questo il suo sottotitolo è "DON'T WORRY ... in the meanwhile"

 

Credo che la mia stitichezza onirica sia ciclica, proprio come le stagioni e i cicli con cui si ripetono le storie del mondo, quindi ora non mi resta che attendere l’arrivo di un momento di maggiore produzione di immagini, di storie.

Aspetterò docile una più intensa comunicazione fra il mio io inconscio, la mia capacità simbolica di cucire racconti e la parte di me conscia e razionale. So che l’una ama profondamente l’altra, l’una profondamente è parte dell’altra, si cercano e si desiderano per analizzarsi, per continuare ancora a far parte l’una della storia dell’altra.

A volte hanno entrambe paura, come si fa per le cose che non si conoscono o di cui spesso non si ammette l’esistenza.