La nostra colazione tutte le mattine comincia più o meno così. E quando abbiamo tempo e c'è silenzio fuori, che ci sia il sole o la pioggia, i bambini per strada o i grandi che tornano dalla messa, noi facciamo la nostra colazione a letto con le tazzine e tovagliolini colorati.
E' la nostra colazione, il nostro risveglio, non manca mai il caffè e il miele e non manca la domanda sui sogni, i nostri, quelli che ci hanno accompagnato, cullato o spaventato durante la notte. La domanda del mattino, di ogni mattino è: "Hai sognato?".
Lo chiediamo l'uno all'altra tutte le mattine per lasciare ancora un pò il legame con la notte e cercarne uno con il giorno, con la nostra vita, quella tutta ancora da vivere e con i nostri bisogni, quelli tutti ancora da sognare.
Ci occupiamo seriamente di questa parte di noi, forse più del caffè, parliamo dei nostri sogni, li commentiamo, li riassumiamo a volte li Ri-Sogniamo anche!
E dal mantra di avvio, che a volte ci diciamo per un solo motivo, cioè per far partire ufficialmente la giornata, come quel saltino che si fa nel tango per darsi lo sprint a partire, lentamente scendiamo, verso la più seria lotta quotidiana per la sopravvivenza!
Ugualmente rimane il senso del sogno nelle nostre lotte, più è intenso il ricordo dell'emozione vissuta in sogno e più forte è la ricerca dei perchè e dei per"forse", della rava e della fava di ogni sogno, del suo significato, che ti frega sempre, non è mai evidente come può sembrare.
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