giovedì 21 aprile 2016

Un eroe dell'ovvio

Sono consulente, faccio un lavoro che attiene alla sfera della magia, in un mondo magico, a contatto con gente che può molto, persino assumere un consulente per fare cose che dovrebbe e potrebbe fare personalmente.

In questo mondo supersupermagicalidoso, la mia autostima cresce, enormemente, ogni giorno, soprattutto quando qualcuno ti chiama e ti dice: “ok, sei un sognatore, ma riesci a fare cose che io  … mamma mia …”, lasciando poi sospesa questa frase.
Non so se questo significa che non sanno proprio come si finisce la frase o se è meglio non prendersi la briga di dire cose a cui poi dovrebbero dare seguito.
Di solito si tratta di attività amene, entusiasmanti e di profondissimo ingegno, che io so fare molto bene, tipo passare da un foglio Excel all’altro o peggio fare il “Cerca Verticale” (che già per il solo fatto di sapere dell’esistenza della formula, io mi auto compiaccio e mi stimo tantissimo!).

Questa mattina con estrema ansia e urgenza mi hanno chiesto di fare una verifica di accesso di utenti ad alcuni contenuti per Ipad: “Sai sono stati assunti da poco, è opportuno che abbiano tutto quanto necessario per potersi formare e poter lavorare!”
“Ops, assunti da poco? Prima di tutto bisognerebbe verificare che abbiano già un iPad?”
“Ops, Ops, è vero non hanno un Ipad”
… prima fase di un disastro annunciato e quindi prima fase della gestione dell’ansia altrui
… passano pochi pochissimi secondi e “Oh mio dio e come fanno senza Ipad?”
E io: “Beh, prima glielo facciamo configurare e poi diamo loro accesso ai contenuti.”
“Ah già, è vero, possiamo fare così … mmm, sei proprio forte sognatore …”
e io che divento un eroe dell’ovvio, mi esalto da morire! Cioè io lavoro perché tu non puoi!!! Non sono io che sono forte, sei tu che non je la puoi fa’! NCSPPN (Non Ci Siamo Proprio Per Niente!)



#consulente, #lavoro, #lavori, #assumere, #ipad, #sognare, #autostima, #excel, #assunzione, #eroe, #scritturebrevi, #sogno, #realtà, #consulenza

martedì 19 aprile 2016

Assumere una wedding planner per organizzare il compleanno di tuo padre


Questa notte ho sognato che una wedding planner doveva organizzare il compleanno di mio padre, io sono affannata e in continuo ritardo.
La tizia che ho assunto stessa, sempre nei miei sogni – che di lavoro, nota bene, fa la wedding planner di un compleanno – mi chiama in continuazione, dice di scrivermi per informarmi riguardo agli appuntamenti che ha schedulato e, dato che io ne sono sempre informata, devo essere sempre pronta a risponderle. Ma io non riesco a leggere nessuna delle mail che lei mi invia e quindi non sono mai preparata al suo arrivo e alle sue domande.

Mi sento sorvegliata e tampinata da questa qui che si finge mia amica … e invece è una wedding planner e poi io sono anche in continuo colpevole ritardo: non so dire quanti sono gli invitati, non so dire come mi vestirò, non so dire in quale periodo voglio la festa (e parliamo sempre del compleanno di mio padre).

Un retro-pensiero cosciente mi dice che è meglio se mi sveglio, devo controllare che la sveglia suoni, magari non l’ho controllata e mi devo svegliare e invece sto ancora pigramente dormendo … controllo l’ora e sono le 3.50, è notte fonda, porca miseria, devo dormire, adesso torna la wedding planner …

… E infatti è tornata … dice di aver chiesto ad una ragazza di venire a casa mia per prendere le bomboniere e io confortata dico “Ok, questa la so, ho le bomboniere…”, poi mi fermo le guardo e dico “Oddio, mancano i confetti!” e nemmeno realizzo che le bomboniere SONO I CONFETTI!!!


Suona la sveglia per salvarmi, sono le sei! E’ 18 aprile … è il compleanno di papà!
 

#weddingplanner; #eventplanner, #wedding, #compleanno, #scritturebrevi, #papà, #festa, #figli, #sognare, #sogno, #libri, #ansia, #stress, #insonnia, #paura

mercoledì 9 marzo 2016

Amare il proprio Fallimento

Fallire per una perfezionista, permalosa e orgogliosa come me, è una vera pugnalata con l’aggravante che è auto-inferta!

Capire quanto sia grave un nostro fallimento, parte dalla definizione della questione. Innanzitutto mi pare necessario riconoscere un paio di cose:







Che cosa chiamiamo Fallimento?

Che succede quando Sbagliamo?

Quanto tempo è opportuno dedicare al Fallimento?

Parliamo di quello scivolone che è successo a tutti noi, quella volta che stavamo scendendo eleganti come poche volte nella vita, dalla luminosissima scala di Sanremo, cadendo rovinosamente, devastantemente giù e ancora più giù.

Penso a quel senso di vergogna che proviamo quando goffamente siamo a terra, indifesi e piccoli e dobbiamo tirarci su.
Come sapremo farlo? Sapremo gestire l’imbarazzo? E soprattutto sapremo trarne insegnamento?

Io direi che possiamo cominciare provando a:

-          a riderci su perché in fondo siamo davvero esilaranti

-          a non ridere per gli scivoloni degli altri … perché sono altri “NOI” che cadono

-          evitare di recuperare facendo gaffes più grandi degli stessi scivoloni

-          morire senza recuperare (possiamo gridare la ritirata e nasconderci velocemente fuori dalla vista altrui)

-          rifare gli stessi percorsi per sperimentare nuovi passi

-          osservare da un altro punto di vista, dal pavimento, la realtà

Quando lo scivolone è un errore sul lavoro, tutto di noi è in discussione, la nostra autostima, il nostro valore, il nostro narcisismo, la nostra stessa bellezza, la nostra capacità di parola e di difesa. Come salvarsi?

Mettiamoci alla finestra e aspettiamo che il tempo ci salvi, senza essere passivi, osserviamo con il cervello acceso ed attivo.
Stranamente, il tempo ci accende, ci illumina, anche se in realtà illumina uno sguardo o un comportamento di noi che non abbiamo indirizzato correttamente. Il tempo ci aiuta a trovare una spiegazione all’errore perché ci aspetta nella riflessione, ci lascia elaborare le immagini, le parole e le mette insieme per noi codificandole. Il tempo lo farà, ci salverà!
I fallimenti ci costringono a ragionare su qualcosa, ad osservarla da molto vicino, per questo potremmo scoprire di aver sottovalutato un passaggio e sopravvalutato altri processi. Il fallimento ci aiuta a prendere le misure, a capire come le cose non vanno fatte, su quello che dovremo fare successivamente …

Nel frattempo chiedo a me, a noi, al mondo, all’etere di eliminare i pensieri negativi ricorrenti. Sono quei momenti in cui in maniera ripetitiva ripensiamo a quello che è successo, rimuginando sull’errore compiuto, replicandolo mille volte nella nostra mente. Questa ripetitività, se possibile, ci riporta sugli stessi passi ed è quasi un comando alla mente di rivivere e quindi ripetere le stesse azioni.

… e quando è passato un po’ di tempo … ancora tempo … si tratta solo di tempo, quello che ci aiuta umilmente a dimenticare quell’errore umano, nostro, che lo rende insopportabile, per poterlo poi riprendere in considerazione in maniera ironica e un po’ più oggettiva.

Ho imparato da sola ad ama i miei errori, da lontano, perché ho scoperto che sono la parte più sana e persino più autorevole e saggia di me!
#stylettochallange

martedì 1 marzo 2016

Caro Lavoro ti scrivo



- Che ci piaccia o no
- Che lo vogliamo o no
- Che ne siamo consapevoli o no

per tutti noi, tu sei la cosa che più di tutte anima le nostre giornate da mattina a sera, ti componi di persone che dobbiamo più o meno stimare per poterci stare a fianco. Abbiamo bisogno di stabilire con loro un vero contatto umano di partecipazione e vicinanza. Abbiamo bisogno di sentire che siamo utili. 
Io ho capito che non ho voglia di fare lavori strategicamente importanti perché in fondo non sono capace  di imporre la mia volontà, non urlo, non ostacolo … persino un'espressione strana del viso di chi mi parla, mi confonde e mi fa rinunciare.
Ed poi si crea quel circolo vizioso per cui se rinunciamo a fare qualcosa perché non ci sentiamo all’altezza, arriva insieme quel senso odioso di frustrazione e di incapacità e dunque rinunciare di nuovo a partecipare ALLA NOSTRA VITA LAVORATIVA.

Questa è la prima parte di una lettera al lavoro #carotiscrivo, amato nemico, che io ho scritto circa un mese fa in un momento di totale annullamento, ma che sono sicura, ognuno di noi scriverebbe ogni giorno, dieci volte al giorno!!! Ho capito che il mio problema è lì, nel mio stare sostare senza passione fra quelle carte pertanto ho deciso di lavorare su questa mia lettera, ridurla in pezzetti e metabolizzarla lentamente, perchè se voglio i sogni a colazione, significa che dovrò essere capace, durante il resto della giornata, di prendere in mano la mia vita, le mie passioni e renderle vive anche quando tutto intorno a me alza un muro di pacata indifferenza.

venerdì 8 gennaio 2016

Styletto Challange


Rispondo ad un appello, proposto quasi più come un gioco, un divertimento, che ha la forza di scavare nella parte più intima e fragile di tutte noi. Tutte noi, si, perché è successo a tutti di fallire, ma non a tutti di raccontare il proprio fallimento, il proprio imbarazzo, la fatica di chi realizza quello che sta accadendo, il timore e a volte una certa pigrizia “auto-protettiva” di rialzarsi, l’ansia di scappare via da tutto ed infine la gioia pulita e pura di quando si riconosce che qualcosa di buono è accaduto e lo abbiamo fatto accadere noi.

Mi sono chiesta quale caduta potessi raccontare, quale è il mio miglior fallimento, che osservato da qualche centimetro più su, quando cioè ormai mi sono rialzata, potrebbe essere utile per capire quanto sono stata capace di cadere, in fondo tutti cadono.
Devo rialzarmi, tocca a me - e solo a me - per tornare a camminare sulle mie gambe! Sono io che devo rimettere su me stessa, devo saper chiedere aiuto!
Se penso alle mie cadute, penso ad un grande imbarazzo, alla paura di mostrare al mondo la mia fragilità, il mio errore. Risollevata poi, riconosco il mio errore, misto ad un fastidioso senso di colpa per non aver saputo gestire o controllare un fallimento prima che fosse fallimento.

Di chi? Io? Mai caduta! Caduta?

Oh mio dio si! Oh mio dio certo!

Non ricordo tutti i miei fallimenti (perché sono milioni di milioni), ma ricordo quello, forse unico, da cui mi sono rialzata.
Ero a terra devastata, offesa, arrabbiata, tradita, inconsolabile come una bambina con un ginocchio rotto e sanguinante, ero goffa persa in tutto il mio dolore, eppure guardando ora quei giorni li trovo stupendi.
Erano intensi! Amavo la pioggia, le coperte e il te caldo.
Mi sono presa cura di me, mi sono accudita e curata a lungo da sola, ho imparato a correre per non perdere un minuto di vita.
Ho imparato a truccarmi tutti i giorni per dirmi che meritavo il mio rispetto.
Ho amato i miei errori e le mie cadute, ho amato profondamente il mio dolore, con quella nebbia fredda che ti spacca dentro, gli occhi mi si sono aperti e ho cominciato a guardare.
…E sono rinata, mi sono affacciata ancora incerta e indolenzita, da una piccola finestra socchiusa a osservare fuori.
Infreddolita e impaurita se c’era troppa luce, mettevo i miei nuovi passi con un tacco un po’ timido, che piano piano è diventato più sicuro e leggero.
Ho imparato a fare vere falcate da donna adulta con il forte intenso ricordo della bambina che ero.

lunedì 8 giugno 2015

Un blister di sogni in pillola

... e se lo chiami con la voce giusta, poi un sogno torna! Torna sempre! Anche se lo hai dimenticato per anni. Basta volerlo, accetta di stare anche solo per poche notti per poi andare via di nuovo!
Certo... devi essere appassionato nel chiamarlo e dichiarare onestamente il tuo bisogno di sogno.
Devi essere sicuro di voler ascoltare e soprattutto vedere con i suoi occhi e i suoi filtri quanto ha da dirti ed infine devi essere pronto a considerare la direzione che ti sta indicando.

Questa mattina, dopo una fugace chiamata ed una lunga sospensione, è successo. Il sogno è venuto a me! In verità era solo una pillola di sogno. Essendo mancato per tanto tempo, non poteva mica mostrare tutto il suo entusiasmo in una volta sola e per questo si è presentato in questo formato, in pillola, so però che c'è un blister di sogni in pillole pronto a venirmi incontro!
Dunque, oggi ho sognato di essere in aereo e di partire per il Venezuela, terra di sole, infinito sole. Pur avendo l'obiettivo di volare verso un posto d'incanto, ho sognato di essere spaventata profondamente dal viaggio e da tutte quelle ore passate sorvolando il mare!
Guardando giù da uno spiraglio, da dove arrivano le immagini del mondo fuori, scopro che sotto di me c'è una distesa azzurra senza fine, il mare aperto, ovunque io guardi è azzurro limpido, fermo e immobile, vederlo mi provoca paura, incontrollabile.
So di non poter controllare nulla li su verso giù.
La mia paura è nella realtà, da sempre, e nei sogni, quella di cadere in acqua e morire soffocata dentro l'aereo da cui non ho via d'uscita e salvezza.
Simpaticamente decido di tornare indietro, di non andare in Venezuela, perché non si sa mai ... metti che cade un aereo ...

mercoledì 3 giugno 2015

Ipersonnia


E adesso sono generosamente "Iper" ... come i supersupersupermercati!

Per alcuni mesi ho ipersognato, ad occhi aperti o chiusi, in pace o in guerra.

Per anni ho ipermangiato per gioia, per noia, per rabbia o allegria.

Adesso iperdormo e nulla mi ferma: ho una iperinarrestabile voglia di assopirmi a letto, sul divano, in macchina e di godere di questo meraviglioso ristoro per la mente e per il corpo.
 

Ho iperpensato a cose negative quali depressione, voglia di assentarmi dal mondo, bisogno di isolarmi e non so cos'altro e invece no! è tutta una storia di oligominerali, in realtà ho un bel pò di magnesio in circolo, una di quelle cose che prima dalle mie parti non si vedeva affatto e della cui dolcezza non avevo mai sperimentato il sapore.

Ma che iperbellissima cosa è questa? Io iperdormo per ipermagnesio ed in sua assenza mi iperagito!

In grande onestà, ci sono numerose cose che mi mancano, perché succedono quando io sono "assente"/dormiente e mi vengono a mancare i commenti delle persone che invece vivono e mi manca la mia stessa presenza che costruisce ogni ricordo, ma quando ci sono, beh, ci sono ECCOMI! So prendere a piene mani quello che vivo, perché colgo, da appagata, lucida, ottimista e viva persona, tutti i momenti nei quali mi immergo.

Insomma iperdormire a primavera da un sacco di energia ... e pochi sogni ...