Visualizzazione post con etichetta caleidoscopio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta caleidoscopio. Mostra tutti i post

giovedì 26 febbraio 2015

Carosello Shape


In attesa che il mio cervello e tutto il mio corpo producano materiale onirico a profusione, regalandomi il tempo di sentire nuovamente il gusto di vivere le mille e una storia della notte e di tessere una trama razionale con personaggi e dettagli durante il giorno, pensavo che dovrei indagare la mia ansia da foglio bianco. La diagnosi è proprio questa: “Ansia Onirica Da Post Bianco”, al pari del blocco dello scrittore con il suo foglio bianco. E’ il blocco che si ha di fronte alla enorme distesa di neve bianca, così soffice ed untouched, nella quale ancora non sono state lasciate impronte e che per questo temo di rovinare.

In potenza so che esiste è un certo nucleo narrativo, contratto in un consistente groviglio di emozioni e aspettative che ha solo bisogno di  essere raccontato, ma che io, in realtà, ho paura di declinare in concetti più pratici, che per loro stessa natura scompongono l'intensità di un vissuto tutto solo sognato! Ok vi mando la versione breve: HO PAURA DI COMINCIARE!

Bene, l’ho detto, l’ho riconosciuto nell’etere, io ho Paura!

Paura, iuuuuu, ehila, ti ho riconosciuta, sai? Ti ho vista, so dove sei e per questo ora non puoi scappare, devo affrontarti, non posso mentirmi più!

Chiudo gli occhi e aspetto lo squillo del cervello che questa volta non tarda ad arrivare, comincia piano, attende che sia silenzio dentro di me e si esprime in sinuose immagini, che sembrano apparentemente sconnesse: c’è un caleidoscopio e ci sono colorate forme geometriche che si allargano e poi si stringono.

Il caleidoscopio modifica le forme che di colpo diventano persone ed anch’esse si allargano e poi si stringono, velocemente.  In sottofondo si sente il suono di un carillon, che a mio parere con il caleidoscopio si intona benissimo, tutto molto vintage, tutto un pò ‘50.
 
Le persone che vedo, sembrano disegnate, come quelle nei fumetti  ed anche loro, come i triangoli, si deformano sulle guance, sulle pance, i sederotti si allargano, le cosciotte diventano sempre più tonde e poi di nuovo questi stessi corpi si asciugano, si rimpiccioliscono, come in una magica pressoterapia.

Osservo  il fluire delle immagini e ne sono affascinata e divertita e così aspetto paziente in finestra che arrivino altre immagini, come in un carosello delle stravaganze.
 
 

Arrivano primi piani di visi che non conosco, ma che forse mi hanno colpito durante il giorno, per alcuni particolari, ad esempio, che so io, chiome molto folte oppure dita grandi come wurstel o braccia enormi come maritozzi (da farcire), il mio occhio osserva questi particolari che si ingrandiscono e poi si prosciugano senza che io possa fermare o prevedere nulla, virando verso versioni molto più magre delle stesse persone, che lentamente diventano altro: altri visi, altre gambe, altre persone.


Certo io non sono una tipa da centro estetico e nemmeno una disegnatrice talentuosa, per questo non so davvero il motivo per cui quando il cervello è a riposo, produce tantissimi sconosciuti esseri umani e li trasforma in persone simpaticamente grasse, per poi portarle all’estrema magrezza, ma pure sempre con un aspetto giocoso e divertito. Mi piace questa arte the changing shapes, cambiare le forme, anche solo virtualmente, anche solo nella mente!